INTERVISTE NEL CASSETTO: UNDICESIMA PUNTATA FLAVIO MEZZERA

Flavio, la tua passione per l’atletica e lo sport in generale ha radici lontane, se non sbaglio inizia con la tua collaborazione con il Comitato provinciale CSI di Sondrio. Raccontaci come e quanto il tutto è nato.

Da sempre sportivo, prima con lo sci e l’Hockey su ghiaccio con il Chiavenna negli anni 70 e poi con il tennis fino alla fine del liceo. Andando a Milano all’Università ho dovuto abbandonare questi sport per ripiegare sull’atletica leggera che mi permetteva di allenarmi sempre, al Centro Saini , dove trovavo Marisa Masullo velocista della nazionale, al Parco Forlanini di Linate o sulla montagnetta di San Siro. E così nel 1980 con la mia prima gara la Fraciscio Angeloga nel mese di luglio, che è diventata la “mia” prova dato che ormai vi partecipo sempre da 32 anni. E a fine anno, il 7 novembre 1980 ho contribuito alla fondazione del Gruppo Podistico Valchiavenna. Società nata per superare i tanti dissapori e le dispute esistenti  tra vari paesi, in modo da organizzare al meglio tutta l’attività di atletica leggera della Valchiavenna. Con le prime gare del campionato provinciale Csi di corsa campestre del 1981 con la prima prova di Rogolo, dove con la presenza di tanti ragazzi, abbiamo dominato, vincendo la prova. Campionato provinciale che così abbiamo vinto per ben cinque anni di fila. E’ nata così la mia partecipazione all’attività del consiglio provinciale Csi con Attilio Speziale e poi, fino al 1988 l’impegno  nella presidenza regionale in qualità di addetto stampa.

Poi il tuo impegno nella fondazione del G.P. Valchiavenna nel 1980. Un sogno che ora è una delle più belle realtà, atleticamente parlando, della nostra provincia. Quali furono i presupposti per la fondazione e le linee guida seguite?

Come  dicevo, fondammo il Gp per superare le tante dispute e invidie tra paesi diversi, ma soprattutto per organizzare al meglio tutta l’attività, fatta di tante gare che ogni anno organizzavamo oltre alla possibilità, prima negata, di partecipare a tante gare fuori valle, dalle regionali ai campionati italiani, soprattutto di corsa in montagna. Ogni anno si organizzava la Chiavenna-Uschione, la Pianazzola-Lagunch, la Borgonuovo-Savogno, il Trofeo Simone Manzi, la Villa-Laghetti-Cantone, il Trofeo Giovanna con la Prata Pratella e il Trofeo Marmitte dei Giganti. Più tante altre manifestazioni su strada e di campestre. Cominciammo subito con l’attività giovanile portando tanti ragazzi all’atletica con la campestre d’inverno e la corsa in montagna d’estate. E grazie al tecnico Giacomo Cottarelli arrivarono anche le prime soddisfazioni in pista con Paolo de Stefani, Cristiana e Antonella Iabichino nel mezzofondo e Walter Mengolli nella velocità.

In 32 anni il G.P. Valchiavenna ha fatto tantissimo: nella promozione dell’atletica tra i giovani, nell’organizzazione di importanti eventi sportivi (in primis le Marmitte dei Giganti e i campionati italiani giovanili di corsa in montagna) e nella nascita e crescita di molti talenti. Riusciamo a sintetizzare un po’ (anche se forse ci vorrebbe un libro…) la storia del sodalizio?

Al libro ci sto pensando. Spero che in futuro questa mia idea possa prendere corpo e diventare realtà, con l’aiuto dei tanti che sono passati nel Gruppo Podistico in tutti questi anni. Da Dante Del Grosso, a Mauro Pandini, a Giacomo Cottarelli, Aldo Balatti, per finire con Eugenio Panatti.

Quattro campionati italiani: due con le Marmitte dei Giganti, campionato italiano di corsa in montagna nel 1987 e nel 1999 e due con la gara di Prosto di Piuro, campionato italiano giovanile di corsa in montagna nel 2005 e nel 2011. Tante maglie azzurre soprattutto con la corsa in montagna con Michela Balatti, Fabrizio Triulzi e Marcello Gini e in pista con Luca Del Curto campione italiano nelle siepi e presente ai Mondiali. E spero di non dimenticare i tanti titoli individuali e di società vinti in così tanti anni con oltre 7000 ragazzi che sono passati nel Gruppo Podistico.

Importante è stato anche il tuo impegno nella Fidal, per 12 anni presidente provinciale e factotum del Comitato di Sondrio. Cosa ti è rimasto di questa esperienza?

Mi è rimasto tanto. Dal 1992 al 2004, dapprima vice di Carlo Nava e poi per 10 anni presidente. Ho visto crescere il nostro movimento che è passato da 400 a 1600 tesserati, organizzando diversi corsi per nuovi istruttori di atletica leggera e promuovendo l’aggiornamento  delle maestre impegnate nell’insegnamento  di educazione motoria. Ho avuto il piacere di conoscere le tante società della nostra provincia e della regione acquisendo una valida esperienza utile per coordinare e gestire al meglio tutta l’attività.

Hai vissuto l’atletica veramente a 360°, impegnato anche come giornalista e speaker. Raccontaci qualche aneddoto in questa veste…

Sai, 32 anni di addetto stampa, ricordo ancora il mio primo pezzo, con la fondazione del Gp Valchiavenna apparso sul Corriere della Valtellina… Avevo un po’ di paura, convinto di non saper scrivere bene, dato che la  mia nonna una “maestra di una volta” usava correggere certe mie espressioni … Poi negli anni ho imparato e ho saputo scrivere su varie riviste sia locali che nazionali, iscrivendomi all’albo dei giornalisti e traendo tante soddisfazioni dalla mia attività, anche se non è stato possibile farla diventare un lavoro dato che nella nostra provincia il lavoro è poco e sicuramente scarsamente retribuito. Come speaker ho subito iniziato durante la prima gara. Sempre con il microfono in mano in ogni manifestazione, dato che nessuno lo voleva ed io ero l’unico disponibile. Ho così imparato a raccontare dal vivo ogni prova, conoscendo tutti i partecipanti, intervistandoli e facendo vivere a tutti i presenti la bellezza della gara fino alle premiazioni finali. Un po’ mi è dispiaciuto lasciare quest’incarico nell’ultima edizione  delle Marmitte, gara a cui sono ancora oggi particolarmente legato.

E come atleta invece come te la sei cavata?

Direi discretamente. La mia specialità era sicuramente la corsa in montagna, dato che in queste gare corri sempre solo contro te stesso ed i tuoi tempi e non contro il cronometro che in pista era sempre impietoso con me, anche se  sui 1500 vantavo un tempo attorno ai 4’20. Sono più volte arrivato nei primi 80 ai campionati italiani, nei primi 15 nella Fraciscio Angeloga e una volta 10° nella Chiavenna Uschione. Non sono mai stato un campione, non mi ha mai interessato, ma ho sempre corso cercando di dare sempre il meglio di me stesso. Negli ultimi anni la mia partecipazione è notevolmente diminuita, limitandosi a qualche campestre, l’Angeloga e il Vanoni, ma non l’impegno nell’organizzare gare e manifestazioni diverse.

Dopo tanti anni lasci il tuo incarico di segretario del G.P. Valchiavenna. Ora avrai più tempo per fare cosa?

Non è stato facile né indolore dopo tutti questi anni di impegno attivo…lasciare. C’è stato qualcosa che mi è dispiaciuto oltre ad alcune incomprensioni tra me e qualche componente del gruppo. Ma so che la mia società saprà andare avanti comunque al meglio anche in futuro. In quanto a me,  sarò sempre disponibile a dare una mano come addetto stampa e responsabile della stesura delle classifiche. 

Facciamo una riflessione sulla situazione dell’atletica in provincia di Sondrio. Vista la tua vasta esperienza qual è il tuo giudizio?

Direi che la situazione è buona. Quando ho lasciato, nel 2008, sapevo che sarebbe stato necessario che arrivasse qualcun altro capace di far crescere l’atletica. Cosa che è puntualmente avvenuta. E oggi vedo un bel gruppo di persone che lavora e fa crescere tutta l’attività a cominciare dall’attività in pista con i ragazzi e i cadetti. E i risultati si sono visti dato che ormai non siamo più la cenerentola in regione Lombardia.

Per non parlare solo di sport….quali sono i tuoi interessi e hobby “extra-atletica”?

Sono sempre stato pieno di interessi. A cominciare dalla fotografia naturalistica per continuare con l’arte, visto la mia passione per Alberto Giacometti.

Progetti per il futuro?

E proprio qui sta il mio attuale impegno. Nel 2009 abbiamo fondato a Stampa il Centro Amici di Giacometti. Associazione fatta nell’atelier di Alberto Giacometti con uno scopo ben preciso. Far nascere a Stampa, nel Canton Grigioni, a 10 chilometri da Chiavenna, un nuovo sistema museale che promuova tutta l’attività artistica della famiglia Giacometti. Da Alberto, il più grande scultore del 20° secolo, al fratello Diego, al padre Giovanni, al cugino Augusto, fino a Zaccaria rettore dell’università negli anni 50. Un’attività che mi sta prendendo sempre di più visto che il museo sarà inaugurato a gennaio 2016 nel 50° anniversario della morte di Alberto Giacometti. Ma spero di aver sempre comunque  tempo da dedicare all’atletica leggera, mio primo amore, mai abbandonato.

Data intervista: febbraio 2012

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