65° TROFEO VANONI: IL PERCORSO E I FAVORITI

SARA’ SFIDA FRANCIA-VALCHIESE

Le prime schermaglie arrivano già dai social, con i francesci che lanciano il guanto di sfida ai neo-campioni italiani di corsa in montagna a staffetta dell’SA Valchiese. L’anno scorso a separarli ci furono solo 12 secondi, quest’anno sarà sicuramente bagarre, con gli sloveni di capitan Timotej Becan (numero 3 nel Ranking mondiale) che potrebbero fare da terzo incomodo, così come il GS La Recastello Group forte dell’argento e del bronzo alla prova tricolore e i britannici dominatori della Snowdon Race Nathan Edmonson, Ross Gollan e Michael Cayton. Coach Jean-Claude Louison porta a Morbegno due atleti di spessore come Manuel Meyssat (miglior tempo nel 2019) e Alexandre Fine (nella squadra vincente degli ultimi 2 anni) insieme al debuttante Quentin Meleux chiamato a un banco di prova decisamente impegnativo. Ennio Colò si affida ai suoi golden boys, con Alberto Vender già vestito d’azzurro in vista Mondiali e gli alfieri Luca Merli e Marco Filosi che su questo percorso sanno esaltarsi, quest’anno potrebbe veramente scapparci il colpaccio. Al via il detentore del record Alex Baldaccini che con il Trofeo Vanoni ha un legame fortissimo, chissà se il suo 28’21” quest’anno potrà tremare. Alla sua diciottesima partecipazione il recordman della discesa Ian Holmes, il suo 8’37” da Arzo a Morbegno sembra scolpito nella pietra, così come il record a squadre di 1h28’55” che resta inavvicinabile dal 2007: il capolavoro di Marco Rinaldi, Emanuele Manzi e Marco De Gasperi è un pezzo di storia della corsa in montagna.

Anche la gara donna saprà regalare grandi emozioni: l’irlandese Sarah McComarck si presenta come testa di serie, forte del suo record di 21’07” e dei podi al Kilometro Verticale di Chiavenna e alla Smarna Gora in Slovenia, ma attenzione alle valtellinesi Alice Gaggi ed Elisa Sortini, entrambe proiettate ai Mondiali in Thailandia, ma sempre agguerrite in questa gara a cui tengono in modo particolare e che le ha già viste primeggiare negli anni passati. Il tifo dei locals sarà sicuramente tutto per loro. Altri nomi importanti quelli della giovane Luna Giovanetti (Atl. Valle di Cembra), già terza lo scorso anno, di Sarah Willhoit, seconda quest’anno alla Snowdon Race, le slovene Lucija Krkoc e Dominika Zupancid e le giovani britanniche Chloe Leather, Eve Pannone e  Rosie Woodhams.

Nel Minivanoni, gara a cui il GS CSI Morbegno tiene in modo particolare, sarà sfida tra i padroni di casa e la Polisportiva Albosaggia che dopo la vittoria al Trofeo 373 ha dichiarato senza mezzi termini di voler puntare anche alla vittoria nel Minivanoni.

Chiuse da poco le iscrizioni, i numeri sono quelli attesi: 131 staffette maschili, 93 donne e 331 ragazzi alla gara under 18, per un totale di 817 atleti che domenica 23 ottobre faranno di Morbegno la capitale della corsa in montagna.

IL PERCORSO di Gianni Fransci (allenatore specialista del GS CSI Morbegno)

Quando si parla di Trofeo Vanoni occorre, ancor prima d’addentrarsi nell’aspetto agonistico, soffermarsi sul contesto storico che questa straordinaria manifestazione include. Gara dalla lunga storia che transita sulle prime rampe dell’antica Via Priula, strada maestra che congiungeva la bassa valle con la Repubblica del leone alato.

Come sempre alla partenza del Trofeo Vanoni aleggia un refolo di leggera tensione, parte integrante di una gara che riesce a coinvolgere emotivamente e fisicamente atleti e spettatori. Appena superata la linea di partenza in pochi minuti si giunge nella contrada Cima Case, l’elegante fondo in porfido cede il posto ad un ciottolato sconnesso e antico: si aprono le porte sull’inizio della Via Priula ove è posta la targa in ricordo del compianto Gianpietro Bottà che recita “Qui si salgono le strade del Trofeo Vanoni Gara internazionale di corsa in montagna. A Morbegno nessuno è estraneo, l’unico estraneo è l’amico che non abbiamo ancora conosciuto”. La pendenza si fa via via più severa, chi avrà scelto una partenza veloce si accorgerà ben presto di quanto impegnativa diventi. Cuori che battono forte, gambe tese nello sforzo che troveranno ristoro solo dopo aver raggiunto il primo pianoro vicino al Tempietto. La strada prosegue, asfaltata e pianeggiante, per alcune centinaia  di metri, s’infila sinuosa nella parte più selvaggia del percorso, scavata com’è sul fianco della gola del Bitto, solo fitti castagneti riescono a nasconderne la brutale bellezza. Per i concorrenti  il panorama è un optional, devono decidere quante energie spendere per accelerare e quante riservarne al successivo e famigerato “Dosso”. Uno stretto ed erto sentiero nel bosco che imboccato d’un sol colpo costringe gli atleti a un ulteriore e violento cambio di ritmo. Sale veloce e in pochi tornantini, il sentiero, ma per gli atleti l’impegno è quasi massimale, sbuca dal bosco e qui il percorso femminile, che fino ad ora collimava con quello maschile, inizia la sua parte di discesa. Gli uomini girano a destra e ritrovano la Via Priula lasciata alcuni minuti prima, ma questa volta regala un falsopiano sterrato incorniciato da verdeggianti prati, chi ha ancora le gambe in buono stato accelera nuovamente, chi le ha meno lo sfrutta per respirare. Poche decine di metri e la strada riprende a salire nel bosco per tre interminabili tornati. Giunge nuovamente all’aperto con il piano che conclude la salita, le gambe sembrano riprendere vigore quando la chiesetta di Arzo chiama a sè o forse é il fragoroso tifo di quella zona che fa dimenticare tutta la fatica. La discesa è inizialmente ripida e tecnica, passando su un vecchio tratturo che serpeggiante si distende, spiana e discende fino ai Bellini. Ciottolati, sterrati sconnessi e lisci si susseguono con continuità, brevi intervalli fra i tornanti si alternano a tratti rettilinei e veloci, una porzione di Vanoni decisamente spumeggiante. In questo tratto le caratteristiche tecniche e le capacità fisiche richieste sono certamente altissime; rilanciare, mantenere e gestire la velocità è un’arte non comune. Ai Bellini anche il percorso femminile, dopo un nervoso sentiero nel bosco, si allinea a quello maschile. La strada diventa cementata, larga, veloce e in pochi secondi e quattro tornati si è già al Tempietto. Da qui ci si lancia subito nella velocissima e morbida sterrata che conduce al piano finale. Sette, ottocento metri asfaltati facili e poco impegnativi, ma il conto che il Vanoni presenta è sempre alto, molti atleti non di primissimo livello cederebbero facilmente alla richiesta delle gambe di fermarsi e camminare un poco, se non fossero sostenuti dal continuo incitamento del numerosissimo pubblico.

#THERACEWEEKEND

SABATO 22 OTTOBRE 2022

           

Ore 17.00                   Sfilata atleti e squadre nazionali partecipanti da Piazza Sant’Antonio

Ore 17.30                   Deposizione Corona al Monumento ai Caduti

Ore 18.00                   S. Messa nella Collegiata di S. Giovanni Battista in suffragio

di Ezio Vanoni, di Mons. Edoardo Danieli, dei Caduti del Battaglion Morbegno, di Don Davide Colico e degli amici, atleti e dirigenti scomparsi.

DOMENICA 23 OTTOBRE 2022

Ore 9.00 Inizio gare 45° MINIVANONI

Ore 11.00                   Partenza 39° VANONI FEMMINILE

Ore 11.05                   Premiazioni 45° MINIVANONI in zona arrivo

Ore 14.00                   Partenza  65° TROFEO EZIO VANONI Ore 17.30        Premiazioni  39° VANONI FEMMINILE e 65° TROFEO EZIO VANONI  nel Chiostro in Piazza Sant’Antonio

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