INTERVISTE NEL CASSETTO: PRIMA PUNTATA FABRIZIO SUTTI

1. Domanda classica: come, quando e perché hai scoperto l’atletica?

Come quasi tutti ho iniziato a correre con le gare delle scuole, in terza media. Poi sono stato contattato dai “talent Scout” del G.S. Valgerola e da li è iniziato tutto.

2. I risultati non hanno tardato ad arrivare: vuoi raccontarci i tuoi principali successi fino ai titoli italiani da allievo e junior?

Beh le vittorie che ricordo più volentieri sono i titoli italiani sui 1500. Anche se quello da junior potrei dire che è stato quello più importante, perché mi ha permesso di essere contattato dalle Fiamme Oro di Padova. Però quello che mi ha dato più gioia in assoluto è stato il titolo italiano cadetti di corsa in montagna a Torino nel 1990. Forse perché del tutto inaspettato: erano solo 4 mesi che correvo e per me era tutto nuovo.

3. Poi il salto di qualità con il passaggio alla Ginnastica Comense e alle Fiamme Oro. Come hai vissuto queste tappe fondamentali della tua carriera atletica?

Sono cresciuto nel G.S. Valgerola e sono stati 4 anni bellissimi perché ho conosciuto tantissime persone e a ogni gara ci si divertiva, si giocava e si scherzava. Poi però, al passaggio di categoria junior, le cose sono cambiate, ho capito che non era più un gioco e che se volevo fare qualcosa, avrei dovuto cominciare a fare le cose sul serio. Nel 1994 sono entrato in Comense e ho cominciato ad allenarmi tutti i giorni.

4. Quali invece i momenti difficili che hai dovuto affrontare?

Momenti particolarmente difficili  direi che non ce ne sono stati, a parte qualche infortunio, tipo l’operazione di ernia nel 2001, che mi ha tenuto fermo per 4 mesi.

5. Fare l’atleta professionista è sì un privilegio, ma è anche faticoso ed impegnativo perché bisogna sempre dare il massimo e conquistare risultati. Riesci a darci un’idea di cosa vuol dire fare questa vita? 

Premetto che la vita da atleta è stupenda, per chi però ama il proprio sport! Io mi allenavo 11/12 volte alla settimana, cercavo di condurre una vita sana, alimentazione controllata e le mie 8 ore di sonno a notte. Ovviamente la maggior parte dei sabati sera si stava a casa perché alla domenica c’erano le gare o l’allenamento impegnativo, ma non mi è mai pesato! L’unica cosa un po’ stressante era la continua ricerca del risultato, perché come è ovvio per restare in Fiamme Oro alla fine dell’anno bisognava aver fatto determinati tempi per poter essere ritesserato per l’anno successivo, e questo non era proprio così semplice.

6. Sei un mezzofondista che però ha spaziato anche nella corsa in montagna e campestre. Qual’è la tua disciplina/distanza preferita?

La mia specialità preferita è ovviamente la pista e la mia distanza i 3000 metri.

7. Dopo 13 anni di atletica a livello professionistico, hai lasciato il gruppo sportivo del tuo corpo militare. Per spiegarlo ai meno esperti: quali sono i criteri per far parte di una società sportiva militare?

L’unica maniera per entrare nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro e in qualsiasi altro corpo militare è per merito, cioè se non corri forte non c’è niente da fare. Da ultimo anno junior ho vinto il titolo italiano sui 1500 metri e ho corso in 3’46″33 che era il miglior tempo in Italia e l’8° in Europa.

8. Continui comunque a correre per la Ginnastica Comense e, nonostante gli anni passino, riesci ancora ad esprimerti ad ottimi livelli, segno che la passione e l’impegno non sono venuti meno. Con che spirito affronti adesso le gare?

Adesso tutto è diverso, la famiglia e il lavoro ovviamente vengono prima, cerco di allenarmi ancora tutti i giorni, il tempo è poco e certi particolari che prima in allenamento riuscivo a curare adesso non riesco più. Comunque alle gare ora vado più sereno e quello che viene va sempre bene.

9. Ora hai deciso di far tesoro della tua esperienza e del corso istruttori Fidal per diventare allenatore del G.S. Valgerola e seguire i giovani. Qual’è il tuo approccio e il messaggio che cerchi di trasmettergli?

La cosa che mi interessa trasmettere ai ragazzi che alleno è la gioia di fare sport, divertirsi e stare insieme ad altre persone, condividere la fatica degli allenamenti e imparare a fare fatica per raggiungere i propri obiettivi, i risultati vengono dopo.

10. Dal vivaio del G.S. Valgerola sono sbocciati due ottimi talenti: Alessia Zecca e Sara Lhansour. Cosa ci puoi dire di queste due atlete che alleni?

Mi piace allenarle perché mi rivedo alla loro età, hanno tanta passione e si vede che gli piace correre, faticare, confrontarsi. Sono forti e spero che più avanti possano avere la stessa “fortuna” che ho avuto io! 

11. Non solo sport: cos’altro ti piace fare?

Oltre a stare con i miei due ometti mi piace molto cucinare. Ho fatto la scuola alberghiera e anche se non ho potuto fare il cuoco la voglia di pasticciare in cucina mi è sempre rimasta.

12. Hai già avviato i tuoi figli all’atletica?

Sì, tutti e due corrono nel G.S. Valgerola, ma giocano anche a calcio e nuoto. Da piccoli bisogna far provare un po’ di tutto e poi saranno loro a scegliere. Ovviamente se uno di loro dovesse iniziare a correre seriamente non mi dispiacerebbe, anche se non farei il loro allenatore!

13. Progetti per il futuro? Preferisco non pensare al futuro, voglio godermi il presente!!!

PRIMATI PERSONALI
800 m 1:50.70
1500 m 3:44.59 
1500 m indoor 3:47.66 
3000 m 8:04.60
3000 m indoor 8:08.60 
5000 m 14:14.71
10.000 m 30:37.11
10 km su Strada 30:10
Mezza maratona 1:06:06
Maratona 2:27:36

CURRICULUM
Sposato con Francesca Maglia, padre di Lorenzo e Gabriele
Professione = Poliziotto (dal 1996 al 2010 atleta del Gruppo Sportivo Fiamme Oro)

1990 Campione italiano corsa in montagna cat. cadetti
1991-1993 Campione italiano corsa in montagna cat. allievi
1993 Campione italiano 1500 metri cat. allievi

1995 Campione italiano 1500 metri cat. junior
1998 Campione italiano 1500 indoor metri cat. promesse

Data intervista: ottobre 2012

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